Giovedì scorso
Luciana doveva prendere il volo delle 7:00 Alghero-Milano. Mi sono
offerto di accompagnarla.
Considerando la fila
al check-in e i controlli di sicurezza, abbiamo deciso di uscir di
casa alle 5:45. Mercoledì sera ho ho impostato la sveglia sul Galaxy
alle 5:00.
L’indomani tutto
ok: sveglia, doccia, pure il tempo per un caffè. Ho fatto un rapido
inventario delle cose da portare: la patente, le chiavi, ho raccolto
i due piccoli bagagli di Luciana e insieme abbiamo raggiunto il
garage.
Contrariamente al
solito, il piazzale antistante i garage era buio: forse una lampadina
fulminata. Con calma ho appoggiato le due valige accanto al muro,
cercato a tastoni la serratura, aperto la saracinesca, e acceso la
luce del box. Poi qualcosa è andato storto.
Meccanicamente ho
infilato una mano in tasca per pescare le la chiave della nostra Ford
Fiesta, ma la chiave non c’era.
Frugo in tutte e
cinque le tasche dei Jeans: trovo un fazzoletto, qualche spicciolo,
uno scontrino e un plettro, ma niente chiave. Assurdo. Ero certo di
averla presa. Esploro la liscia superfice di cemento del piazzale
davanti al garage, ma è evidentemente vuota.
La chiave della
Fiesta ha la forma di una piccola saponetta nera, con due pulsanti
che azionano il telecomando e un terzo, cromato, che fa scattare la
chiave vera e propria, come la lama di un serramanico. Poteva essermi
caduta di tasca nel tragitto da casa al box, ma avrei dovuto sentirne
il rumore. Alle 5:45 del mattino la città è abbastanza silenziosa.
Avevamo comunque i
minuti contati. Mentre facevo a ritroso il percorso dal garage a
casa, scrutando il marciapiede, cercavo di ricordare se avessi
davvero preso la chiave. Probabilmente l’avevo lasciata sul tavolo
di cucina mentre prendevo il caffè, oppure sul lavandino in bagno.
Sono entrato in casa
cercando di non fare troppo chiasso. Ho fatto un rapido giro della
casa alla ricerca della chiave, nei posti più ovvi dovrei avrei
potuto poggiarla. Niente da fare. L’altra chiave della Fiesta è in
dotazione a Chiara, ma non mi andava di svegliarla per chiedergliela.
Ho deciso di prendere la nostra seconda auto: una Opel Corsa.
Ritornato al Garage,
dove Luciana mi attendeva cercando di mascherare una certa
apprensione, ho richiuso il box, trasferito i bagagli sul sedile
posteriore della Corsa e raggiunto l’aeroporto.
Salutata Luciana
sono tornato a casa, deciso a ritrovare immediatamente la chiave
scomparsa.
Il rischio più
immediato era che la questa, sgusciata di tasca lungo il tragitto
casa-box, fosse scivolata sotto una delle auto parcheggiate, per
finire schiacciata o, peggio, rubata da qualche malintenzionato.
Salito a casa, ho preso una potente torcia a led e poi, tornato giù
in strada, ho frugato ogni centimetro sotto le auto parcheggiate nel
breve tragitto fra casa e il garage. Niente.
Scornato, sono
rientrato a casa e ho rifatto il giro di tutti i posti in cui avrei
potuto poggiare distrattamente la chiave. Ancora nulla.
Ho provato ad
immaginare che mi fosse caduta, o che fosse stata spostata
inavvertitamente, in un cassetto o in una borsa. Oppure scivolata
dentro una scatola vuota di cornflakes, e gettata fra la carta da
riciclare. Ho frugato tutti i nostri rifiuti: la carta, la plastica,
l’indifferenziato e perfino l’umido. Niente da fare.
Avendo controllato
tutto il tragitto da casa al box e tutti i rifiuti da smaltire, la
spiegazione più probabile era che la chiave si trovasse a casa.
Prima o poi sarebbe stata rinvenuta, in un cassetto, sotto un’armadio
o nel cestino della biancheria. Con questo ragionamento ho provato a
mitigare la frustrazione mentre mi recavo in ufficio.
Quel pomeriggio,
all’uscita dal lavoro, ho frugato tutto l’appartamento: i ripiani
delle librerie, i cassetti della biancheria, il pavimento di tutte le
stanze, sotto i divani, gli armadi e i letti; gli stipetti in cucina
dove teniamo il caffè e lo zucchero; il frigorifero, i cassetti
delle posate e quelli delle cianfrusaglie. Ancora niente.
Chiara e Filippo mi
osservavano impotenti, cercando di consolarmi, perché sono cose che
capitano e non bisogna farne un dramma.
Giusto. Ma c’era
un aspetto della faccenda che continuava a tormentarmi: io ricordavo
di aver portato con me la chiave quando sono uscito per accompagnare
Luciana. Ero certo di averla presa, ma quella, nel breve tragitto da
casa al Garage sembrava essersi smaterializzata, come nel numero di
un illusionista. Se mi fosse caduta per terra ne avrei sentito il
rumore, o per lo meno l’avrei ritrovata qualche minuto più tardi,
percorrendo il tragitto a ritroso con gli occhi bene aperti.
Si dice che con gli
anni la memoria di un uomo possa cominciare a fare cilecca,
soprattutto quella a breve termine. Era questo che mi stava
accadendo?
Sono andato a
dormire tardi; frustrato e sfiancato dalla lunga ricerca inutile.
L’indomani, Venerdì, appena alzato, ho continuato a cercare mentre
mi preparavo per uscire. Ho perso tempo e non sono riuscito a
radermi. Uscendo per andare in ufficio sono passato davanti allo
specchio e ho visto l’immagine di un uomo di mezza età,
svogliatamente abbigliato, con la barba lunga e un’espressione
infelice. Chiara ha saggiamente osservato che non è intelligente
possedere un’unica chiave di un’auto; pertanto in giornata
contava di recarsi alla Ford per informarsi sull’ottenimento di una
nuova chiave.
Durante la giornata,
mentre svolgevo le solite attività, una parte del mio cervello
continuava a rimuginare sull’accaduto, come un programma di
computer invisibile, che lavori “in background”.
La chiave della
Fiesta l’ho già descritta, ma non vi ho detto che questa è da
sempre attaccata ad un portachiavi: un dischetto di cuoio nero con lo
stemma della concessionaria. Quando tengo la chiave in tasca dei
jeans, in genere questo dischetto rimane a penzolare fuori dalla
tasca. Esiste forse un cavo o un gancio o qualcosa cui si possa
essere impigliato questo oggetto, in modo da sfilarmi la chiave dalla
tasca? Ripensai ai bagagli di Luciana: una valigetta trolley di
plastica liscia e una borsa semirigida di quelle che su un lato hanno
una specie di tasca senza fondo fatta per essere calzata sul manico
estensibile di un trolley. Nel recarmi in garage Giovedì mattina,
avevo optato per non trascinare il bagaglio sulle ruote perché
queste fanno rumore sul marciapiede e a quell’ora la gente dorme.
Avevo trasportato le due borse in mano, rasenti ai miei fianchi.
Sembrava plausibile che la borsa piccola, quella con la tasca
esterna, avesse agganciato il portachiavi, sfilandolo dalla tasca. Ma
poi questo avrebbe dovuto cadere per terra, e io avrei dovuto
sentirne il rumore e, pochi minuti dopo, cercandolo, avrei dovuto
trovarlo.
Chiara mi chiamò al
lavoro per dirmi che non era riuscita a sapere il prezzo della chiave
nuova, che era una faccenda complicata e un po’ costosa e che
avrebbe dovuto tornare in officina la prossima settimana con
l’automobile e l’unica chiave rimasta.
Venerdì sera,
all’uscita dall’ufficio, ho continuato quasi inconsapevolmente a
frugare la casa e a rimuginare. Poi è emersa la necessità di fare
un po’ di spesa. Mi sono preparato per uscire e, nel congedarmi, ho
detto a Chiara che forse nel rientrare con la spesa avrei avuto con
me la famosa chiave.
– Davvero? – si
informò Chiara.
– Sì, – dissi io con
un mezzo sorriso – ho acceso una piccola speranza.–
– Allora voglio
saperlo! – disse lei – Dove pensi che sia la chiave?–
– Guarda – risposi – è un’ipotesi troppo strampalata per parlarne. Potresti perfino
deridermi.–
– Dai, adesso mi hai
incuriosita. Voglio saperlo! –
Le spiegai l’ipotesi
del portachiavi impigliato nella borsa da viaggio di Luciana.
– E quindi –
incalzò lei – dove sarebbe adesso la chiave? –
– Sul sedile
posteriore della Opel Corsa. –
Chiara ci riflettè
sopra e disse che era un’ipotesi ingegnosa.
– Mi raccomando –
aggiunse – se la trovi chiamami subito perché sono curiosa!-
A quel punto sono
uscito, con in mano le due buste riutilizzabili per la spesa. Al
pianterreno sono uscito sulla strada. La Corsa era ancora dove
l’avevo parcheggiata il Giovedì mattina. Mi ci sono avvicinato, ho
azionato la serratura centralizzata e aperto lo sportello posteriore
sinistro.
La chiave era lì,
in bella vista, sul sedile posteriore.